Con il termine nudge ci si riferisce, generalmente, a piccole “spinte” date alle persone affinché queste mettano in atto comportamenti sostenibili per se stessi e per la società. Come approfondito in articoli precedenti, sono tanti i motivi per cui gli individui, seppur riconoscendo l’importanza di determinate scelte o comportamenti per il benessere proprio e quello della società, non riescano a realizzarli. Questi motivi risiedono nell’imperfetta razionalità della natura umana, che ci assoggetta, il più delle volte, a “distorsioni cognitive” derivanti da emozioni (ad esempio, paura del rimpianto, preferenza per lo status quo, inerzia, avversione alle perdite…) o da uno specifico contesto che caratterizza la scelta (ad esempio numero e ordine delle opzioni di scelta).
Un recente studio pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica, PNAS, analizza l’impatto di una politica di nudging volta a stimolare il tasso di vaccinazione per la normale influenza stagionale negli Stati Uniti. Si tratta di messaggi di testo inviati come promemoria a circa 700mila pazienti di farmacie legate al colosso americano Walmart. Tali pazienti sono stati casualmente suddivisi in 22 gruppi, cui è stato inviato un messaggio differente; un altro gruppo di pazienti – utilizzato come gruppo di confronto – non ha invece ricevuto alcun messaggio. Inoltre, alcuni pazienti hanno ricevuto il messaggio in uno stesso giorno, mentre altri pazienti hanno ricevuto messaggi in due giorni diversi. La struttura di questo intervento ha pertanto consentito agli autori di individuare quale fosse il contenuto del messaggio e la frequenza di invio più efficace a “spingere” le persone a recarsi in farmacia per vaccinarsi.
Segure su Nuovo Progetto (mensile del Sermig): https://www.sermig.org/idee-e-progetti/nuovo-progetto/articoli/una-spinta-e-via.html