Comparando diverse nazioni nello stesso anno, sembrerebbe che il PIL, la fiducia interpersonale e la qualità dell’aria siano tra i fattori maggiormente correlati con il livello di felicità dichiarato delle persone. In altre parole, in paesi dove c’è più fiducia, minor inquinamento e più valore economico i cittadini tendono anche ad essere più soddisfatti, in generale, della propria vita. Che succede, invece, se adottiamo una prospettiva dinamica, e andiamo a guardare i cambiamenti nella felicità nel tempo? Un recente articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista PNAS da parte di uno dei padri dell’economia della felicità, Richard Easterlin, prova a dare una risposta a questa domanda.
Segue su Nuovo Progetto (mensile del Sermig), pagina 12: https://www.sermig.org/public/sermig-np/2023-01-gennaio/mobile/index.html#p=12